Ricerca sonora, singolarità ed unione d’intenti fanno
di questa band un prodotto unico. Ascoltare per credere.
Dei Loomings sappiamo che tutti i
componenti della band hanno anche attività artistiche in altre band. Questo ci
fa capire da subito quanto l’influenza sonora di ciascuno porti a compimento il
sound di cui ci stiamo occupando.
La loro musica non ha di certo una connotazione
specifica, anzi, nel sound di questa band ci trovi tante similarità con gli
scherzi sonori ai quali ci aveva abituato Frank Zappa, un certo Captain Beefheart fino alla grande
stagione del Rock In Opposition. Di sicuro è che il lavoro del quale vi
parleremo in questa recensione minima, ti resta ancorato dentro se sei abituato
a certi suoni caratteristici del jazz sperimentale.
Quando mi avvicinai per la prima volta a musica come quella degli Area, qualcuno mi chiedeva come facessi ad ascoltare quel genere, eppure, a distanza di anni, si parla ancora di Area, di Cramps e di quel periodo mai tramontato. Certo che Demetrio è ineguagliabile, ma in questo “Everyday Mythology” ci trovi personalità e capacità di coniugare suoni diversi che generano poi un sound che …. piace.
Il frutto di tanta ricerca musicale, gli intrecci strumentali, i cori, tutto insomma è ben amalgamato, armonicamente ben studiato; insomma nulla sembra essere lasciato al caso. Gli stacchi poi, soprattutto quelli di brevissima durata, sono splendidi nell’esecuzione e legano il susseguirsi del brano dando allo stesso uno schema che non ritrovi facilmente in altre produzioni.
Quando mi avvicinai per la prima volta a musica come quella degli Area, qualcuno mi chiedeva come facessi ad ascoltare quel genere, eppure, a distanza di anni, si parla ancora di Area, di Cramps e di quel periodo mai tramontato. Certo che Demetrio è ineguagliabile, ma in questo “Everyday Mythology” ci trovi personalità e capacità di coniugare suoni diversi che generano poi un sound che …. piace.
Il frutto di tanta ricerca musicale, gli intrecci strumentali, i cori, tutto insomma è ben amalgamato, armonicamente ben studiato; insomma nulla sembra essere lasciato al caso. Gli stacchi poi, soprattutto quelli di brevissima durata, sono splendidi nell’esecuzione e legano il susseguirsi del brano dando allo stesso uno schema che non ritrovi facilmente in altre produzioni.
A noi non sembra però che questo genere di sound, così come
lo definiscono loro, possa essere definito solo “rock fenomenologico”; a
sentire i vari titoli di questa produzione, vista l’intrusione capillare del
jazz, potremmo definirla in tanti modi. Di certo non è facile etichettarla e
forse è proprio questo che i Loomings vogliono. Allora, chiamiamola solo
Musica, poi può anche piacere o non piacere, quello dipende molto non tanto dai
gusti musicali di ognuno ma dall’abitudine ad ascoltare questo o quel genere.
Dei Loomings potremmo dire che il leader è Jacopo Costa, ma qui dall’ascolto non c’è un vero e proprio leader infatti, quello che prevale è la componente solistica di ogni singolo membro che contribuisce a formare il bel suono di questa band che ti lascia esterefatto anche per la semplicità con cui ti propone un genere che è ben diverso dal solito “rock”.
Dei Loomings potremmo dire che il leader è Jacopo Costa, ma qui dall’ascolto non c’è un vero e proprio leader infatti, quello che prevale è la componente solistica di ogni singolo membro che contribuisce a formare il bel suono di questa band che ti lascia esterefatto anche per la semplicità con cui ti propone un genere che è ben diverso dal solito “rock”.
Infatti, qui, stiamo parlando di un
psiche-jazz-rock-funk-speriment (forse abbiamo coniato una nuova etichetta?)
che offre una gamma vastissima di note ed alchimie.
Se il rock sperimentale è quello che ci rimanda, ad esempio,
ai Soft Machine o a Frank Zappa, quello che abbiamo appena ascoltato ci rimanda
al psiche-jazz-rock dei Loomings ma anche a certo funky.
Questo lavoro dei Loomings rispecchia un’evoluzione di genere, ed è piacevole da ascoltare anche quando ad esempio certi momenti corali (come in Sweet Sixteen), richiamano alla mente momenti dei Queen.
Questo lavoro dei Loomings rispecchia un’evoluzione di genere, ed è piacevole da ascoltare anche quando ad esempio certi momenti corali (come in Sweet Sixteen), richiamano alla mente momenti dei Queen.
La band, costituita da Jacopo Costa (vibrafono, percussioni,
glockenspiel, sintetizzatori, tastiere, voce), Enrico Pedicone (vibrafono, percussioni, glockenspiel), Louis Haessler (basso elettrico) ed un trio di voci come quelle
di Mara Denami, Ldmila Schwartswalder e Benoit Rameau, amano (e si sente)
vocalizzare ed intrecciarsi con suoni campionati e combinati anche con una
tradizionalità rock.
Everyday Mythology è si musica tra sperimentalismo e psiche-jazz-rock (come lo abbiamo voluto chiamare noi) ma è, in particolare, sperimentazione intelligente ed interessante, e perché no, contemporanea.
I Loomings hanno iniziato con Everyday Mythology un percorso che può dare sia a loro che al pubblico delle belle soddisfazioni uditive. Il viaggio lungo la strada Highly Idiosyncratic Music (come hanno definito il proprio genere) è appena iniziato; se la passione che dimostrano nei confronti anche di un “rock sperimentale” che emerge in tutta la sua forza continuerà ad essere sostenuto anche dall’etichetta (AltrOck) che li produce, allora sentiremo parlare (e spesso) in termini positivi, di questa band.
Per dirla in breve…. procuratevi Everyday Mythology e viaggiate nei suoni (e che suoni).
Buon ascolto, allora!
Everyday Mythology è si musica tra sperimentalismo e psiche-jazz-rock (come lo abbiamo voluto chiamare noi) ma è, in particolare, sperimentazione intelligente ed interessante, e perché no, contemporanea.
I Loomings hanno iniziato con Everyday Mythology un percorso che può dare sia a loro che al pubblico delle belle soddisfazioni uditive. Il viaggio lungo la strada Highly Idiosyncratic Music (come hanno definito il proprio genere) è appena iniziato; se la passione che dimostrano nei confronti anche di un “rock sperimentale” che emerge in tutta la sua forza continuerà ad essere sostenuto anche dall’etichetta (AltrOck) che li produce, allora sentiremo parlare (e spesso) in termini positivi, di questa band.
Per dirla in breve…. procuratevi Everyday Mythology e viaggiate nei suoni (e che suoni).
Buon ascolto, allora!
Recensione
scritta per Psycanprog il 19 Marzo 2016
0 commenti:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.